Percorsi creativi paralleli. Play Art 2018 

Eccoci giunti ormai alla quinta edizione di arte in gioco.
Non mi soffermo sulla bellezza di questo luogo che anche quest'anno ci ospita: la Casa della Confraternita di Udine, uno degli spazi più belli e rappresentativi della città, dove da sempre storia arte e cultura si sono intrecciati.
Arrivo subito al punto ed alla domanda cruciale che ha caratterizzato la preparazione e l'impianto per cosi dire, concettuale, di questa esposizione.
Qual è il senso di unire in un'unica mostra collettiva esperienze così diverse dal punto di vista tecnico, tematico, creativo?
Percorsi c reativi paralleli, il titolo che abbiamo scelto quest'anno per rappresentare i lavori dei partecipanti, non vuole dare risposte definitive ma, casomai, stimolare una riflessione e formulare altre domande su che cosa significhi fare arte oggi, dal livello amatoriale a quello più impegnato della ricerca.
Una risposta possibile sta proprio in quell'intricato groviglio emozionale che il fare artistico produce ogni volta che appoggiamo del colore sulla tela, che plasmiamo una materia, che scattiamo una foto, ed ogni volta che presentiamo il nostro lavoro al pubblico nella speranza che si veicolino un messaggio ed una poetica o semplicemente un'esperienza estetica fatta per essere goduta e condivisa.
È proprio questa serie di emozioni che, a ben pensare, ci unisce qui oggi in percorsi creativi paralleli appunto.
Si dice che, teoricamente, due rette parallele si incontrino solo in un punto all'infinito, ora direi che, praticamente, questo è il luogo ed il crocevia di un'utopia che si realizza sotto i nostri occhi, questi percorsi paralleli trovano qui ed ora un luogo magico dove intrecciarsi e manifestarsi per lo stupore o la semplice curiosità dei presenti.
Ecco l'importanza della pratica artistica che trova una concreta possibilità di realizzazione nei laboratori proposti anche quest'anno dall'Associazione Play art nel magnifico panorama di Lusevera.
Il fare insieme, in un clima disteso ed amicale ma anche seguendo le proprie inclinazioni ed interessi specifici, diventa non solo un momento di crescita dal punto di vista tecnico ma implica anche un forte impatto emotivo che ci ripaga in termini di autostima e conoscenza di sé, di salute fisica e mentale.
Ritorna impellente l'importanza del fare, o meglio, del fare ad arte, come ci ricorda il percorso etimologico della parola arte, dal latino ars artis, che in senso lato significa anche capacità di agire e di produrre basandosi su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche.
In un mondo digitale dove con un "touch" otteniamo forse troppo frettolosamente risultati spettacolari quanto effimeri ecco che la prat ica artistica con il suo tempo lento ritrova una sua ragion d'essere e ci fa riappropriare emozionandoci, del piacere della materia della luce del colore. Buona visione a tutti. 

Aldo Ghirardello. 

 

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